Antique is the New Young. Dal sogno alla realizzazione di AMART GALA, l’art party che ha unito Giovani e Antiquariato

Antique is the New Young. Dal sogno alla realizzazione di AMART GALA, l’art party che ha unito Giovani e Antiquariato

Di Isabella Balzarini.

Siamo in un qualsiasi lunedì milanese, il 15 ottobre dello scorso anno, il gruppo Giovani Antiquari Milanesi, più o meno tutti presenti, si ritrova con entusiasmo alla consueta pausa pranzo progettuale. Pausa pranzo perché è l’unico momento della giornata in cui ci si può permettere di non lavorare e progettuale perché si mettono (è il caso di dirlo) sul piatto idee che piano piano si modellano con la forza di più voci, si trovano soluzioni, se ne demoliscono altre e si affidano compiti in modo tale da dare all’idea almeno un abbozzo di forma.

Nasce in quel lunedì l’idea di creare un evento primaverile che anticipi AMART, meglio, un evento creato da giovani per giovani con lo scopo di annunciare la mostra milanese e per richiamare l’attenzione e avvicinare al mondo dell’antiquariato le nuove generazioni. Anzi meglio, un evento che possa avere uno scopo ancora più nobile: con il contributo di ciascun giovane sarà possibile raccogliere una somma sufficiente per prendersi cura di un’opera d’arte, ad esempio coinvolgendo il prestigioso museo Poldi Pezzoli, già presente nella prima edizione di AMART dello scorso anno. Meglio, si potrebbero coinvolgere altri giovani volenterosi del Gruppo Giovani del Poldi Pezzoli e ampliare la possibilità di organizzare al meglio, di avere più invitati e di creare un’eco più ampia. Meglio ancora se si riesce a ridurre i costi organizzativi cercando partners e lavorando in prima persona per creare handmade tutto ciò che potrà servire. Quindi ci si adopera per acquistare materiale, chi presta pannelli, chi presta il proprio tempo a dare mani di colore, chi fa mille telefonate per invitare, per ottenere sconti…e molto altro! Comprese le centinaia di messaggi dal 15 ottobre al 21 marzo che sono fatti di “Ragazzi ci siete tutti?”, “Cosa ne dite se…?”, “Chi si potrà occupare di…?” 

Abbiamo fatto un po’ di fenomenologia (del resto “anzi meglio” è fenomenologico) di un evento cercando di alleggerire il tema che, invece, è incredibilmente serio. Si può vedere, infatti, come un impegno morale quotidiano la capacità di mettere in comune le proprie forze senza fini personali per un fine ultimo grande. L’idea di far conoscere il mondo dell’antiquariato e delle arti decorative ai giovani da parte dei giovani significa sfondare la barriera delle mode per ripensare ad un modo di concepire arte e arredo insieme tenendo nelle mani il testimone della memoria, per portare avanti il “sapere arte” di chi ha fatto grande il mondo dell’antiquariato negli anni precedenti.

Oggi è il 22 marzo e l’evento della scorsa sera è stato strepitoso. Abbiamo raccolto l’entusiasmo di tutti: quello di chi ha ideato e allestito, quello dei giovani che hanno partecipato per avvicinarsi all’arte e per sostenere un progetto di conservazione, quello di chi ha prestato il proprio volto come testimonial di un’idea forte. Tutti per continuare a godere del nostro patrimonio più prezioso. Meglio, divertendosi con un tocco di fluo.