Gli antiquari raccontano: gli Animali nell’Arte e la tradizione Animalier

Gli antiquari raccontano: gli Animali nell’Arte e la tradizione Animalier

Di Valeria Ricci

Gli animali fin dall’antichità, rivestono un ruolo privilegiato nella rappresentazione artistica, sono le creature più vicine all’essere umano ed hanno goduto di massima attenzione, per la bellezza ed il fascino che esercitano come fonte di curiosità e stupore, ma principalmente la figurazione animale ebbe un rigore prodigioso, rituale legato alla caccia, fonte primaria di sostentamento ed evoluzione, le radici affondano nella tradizione spirituale dei cacciatori che rendevano omaggio agli animali sacrificati ritraendoli. Una gran varietà di animali apparve nelle prime rappresentazioni artistiche, alludendo a fenomeni naturali, episodi mitologici o sacri, con un’ampia simbologia attribuita a ciascuno di essi in base a poteri ed abilità che vanno ben oltre la dimensione di un mondo reale. Il culto degli animali sotto forma di Divinità rappresenta la base di molte culture dall’antichità ai giorni nostri, nacque così un legame strettissimo tra espressività artistica e simbolismo animale. La rappresentazione di soggetti venatori fin dai tempi della Preistoria, è stata riconosciuta come uno dei primi esempi di comunicazione non orale, semplice, efficace e di comprensibilità immediata. La connessione Uomo -Natura è uno degli interessi fondamentali dell’esistenza umana, il confronto con il Regno Animale è inevitabile, molti artisti rimasero affascinati e furono coinvolti a tal punto da attribuire agli animali passioni e lotte che animano la società umana. A partire dalle grandi civiltà proseguendo per il Medioevo fino al Seicento la rappresentazione artistica degli animali assunse un linguaggio spirituale, naturalistico/scientifico, fino al raggiungimento estetico e celebrativo legato ai ritratti equestri, successivamente il tema animalier divenne sempre più un genere di nicchia, caratterizzato da studi anatomici approfonditi, indagine psicologica e ricerca espressiva ed ottenne una cattedra nelle principali accademie di Belle Arti associato al Plein Air, aggiudicandosi nel XVIII – XIX secolo il termine di Ritrattistica Animalier:gli animali furono indiscussi protagonisti delle opere. Fiamminghi ed inglesi furono i primi a cimentarsi in questo nuovo genere artistico, ottennero il primato anche per quantità e qualità di risorse umane che si dedicarono esclusivamente alla rappresentazione di soggetti a tema:cavalli, cani, bovini, ovini, animali da cortile, esemplari esotici animano la fantasia degli artisti che diventano veri e propri specialisti. Gli animali furono coinvolti dal mondo dell’arte, raffigurati come “ mai era stato fatto prima”, assunsero il ruolo di rappresentanti viventi delle forze vitali “che muovono la Natura”, raggiunsero la loro forma essenziale, realizzati con una minuzia e conoscenza anatomica accurata grazie ad un’abilità artistica fuori dal comune frutto di pazienti e costanti studi oltre che intrisa da un’immensa passione:ogni soggetto ha una propria dimensione espressiva e comportamentale che ne evidenzia i tratti principali. Il genere Animalier grazie ad alcuni talenti, poté vantare una produzione artistica potente e cospicua, una vera e propria eccellenza nel panorama internazionale, con nuovi impulsi e sviluppi, tant’è che diede vita ad altri filoni tra cui la “ Sporting Art”, termine utilizzato per definire i passatempi della vita di campagna dell’élite dell’epoca. Le opere sono vere e proprie testimonianze per quanto riguarda la pratica di attività sportive rurali come le corse ippiche, fonte principale di commissioni per la ritrattistica equestre specializzata nella raffigurazione dei Purosangue inglesi vincitori e capostipiti della razza. I committenti, come per la ritrattistica tradizionale ,erano gli stessi allevatori/ proprietari, le opere una volta ultimate erano destinate ad essere esposte durante le manifestazioni, collocate nelle eleganti dimore sedi dei vari club, come celebrazione dei successi sportivi. Tutto questo fermento incentivò una produzione artistica abbondante che coinvolse pittura, scultura ed arti applicate, animando di conseguenza un collezionismo internazionale ricercato ed esigente, sempre più sensibile al tema naturalistico,in simbiosi con il Regno Animale.